Il grano è una delle più antiche colture al mondo, tanto che sembra essere coltivato da ormai 4.500 anni. È da sempre una delle forme di sostentamento principale, e ancora oggi resta alla base dell’alimentazione di moltissime popolazioni.
Spesso da più parti sorge un dubbio: che differenza c’è tra grano e frumento? Nessuna; grano e frumento sono i nomi con cui si indica lo stesso tipo di pianta.
Esistono però varie tipologie di grano. Intanto il grano si divide in due grandi categorie: grano tenero e grano duro, in tutto simili tranne che per caratteristiche nutrizionali.
Il nome scientifico del grano duro è triticum durum, la pianta preferisce un clima caldo e secco, e il suo chicco ha una forma oblunga ed è di un giallo intenso. Dalla sua lavorazione si ottiene la semola di grano duro, grossolana ma molto facile da lavorare, capace conservarsi a lungo nel tempo. Ricca di proteine, è utilizzata soprattutto nella preparazione della pasta. La semola però può anche essere rimacinata, ovvero lavorata una seconda volta perché se ne ottenga una nuova semola, più fine, ideale per preparare la pizza.
E per poter rispondere esaustivamente all’ipotetica domanda: ”Quali sono i tipi di grano?”, occorre passare al grano tenero, nome scientifico triticum aestivum. La pianta preferisce un clima temperato e mite, e il suo chicco è di un giallo più pallido rispetto al giallo intenso del chicco del grano duro, ed è soprattutto friabile e facile a spezzarsi, caratteristiche da cui prende appunto il nome, tenero. Dalla lavorazione del grano tenero si ottiene la farina bianca, che in base al livello di raffinazione può essere impiegata nella produzione di pane, e in modo particolare nella produzione di dolci. La farina del grano tenero viene classificata in farina di tipo 00, ricavata dal cuore del chicco, ideale per la preparazione di dolci e biscotti, ma anche di pane e pizza; in farina di tipo 0, ricavata dalla parte esterna del chicco, ideale per panature, grissini, schiacciate e simili; in farina di tipo 1, ricavata dalla macinazione dell’intero chicco di grano, ideale per la preparazione di pane di alta qualità; in farina di tipo 2, o semi integrale, particolarmente grezza, data la presenza di granuli di notevoli dimensioni, ideale per il pane casereccio; in farina integrale, sottoposta a processo di macinatura, ideale per chi vuole seguire un regime alimentare ben bilanciato dal punto di vista nutrizionale.
E tra le tipologie di grano trova posto anche il grano Solina, tipico dell’Appennino Abruzzese. È un grano autoctono tenero, addirittura capace di resistere alla neve: le basse temperature garantisco un grano di prima qualità. Dal grano Solina si ricava una farina assai morbida e poco tenace, e non a caso viene da sempre impiegato per la preparazione di pasta fresca fatta in casa e di pane casereccio, anche se si presta per la preparazione di dolci e biscotti.
Quindi quante tipologie di grano ci sono in Italia?Sono due le tipologie di grano nel nostro paese, il grano duro e il grano tenero; lo stesso grano Solina è un grano tenero.
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