Capita a tutti, ogni tanto, di prendere in mano un barattolo di miele e di mangiarne un po’, soprattutto quando si ha la tosse o il mal di gola, oppure a colazione, spalmato su una fetta di pane o sciolto nel latte. È facile associare al miele pensieri positivi: fa bene ed è anche una delizia per il palato.
Noi di NaturaSì possiamo dire di saperne qualcosa: nei punti vendita di Segrate e Solaro, entrambi in provincia di Milano, il nostro assortimento soddisfa tutti i gusti, anche i più ricercati.
Bisogna però ammettere che non è poi così raro avere le idee confuse su come viene prodotto il miele. Poco importa: le righe che seguono ci daranno un quadro sommario sulla sua produzione.
Le api e l’apicoltore sono naturalmente gli attori protagonisti.
Intanto, in regime biologico, le api vengono nutrite con il loro stesso miele, e non con il glucosio, come spesso accade invece nell’apicoltura tradizionale. E, particolare non da poco, alle api non viene somministrato alcun antibiotico, né medicinali di altro tipo.
In ogni caso, all’inizio del processo, le api bottinatrici, dopo aver estratto il nettare e la melata dai fiori e dai tronchi degli alberi, tornano all’alveare a depositare il carico, che passa in consegna alle api operaie, le quali ne riducono il quantitativo di acqua dividendone, mangiandone e rigurgitandone le porzioni, per poi rimuoverne l’umidità residua con lo sbattere delle ali.
Poco più di un mese di una simile laboriosa attività e il miele è pronto per essere estratto dall’apicoltore.
A questo punto le api devono essere necessariamente allontanate: all’apicoltore tocca rimuovere dai favi dell’alveare la cera che funge da tappo perché il miele ne fuoriesca.
Non resta quindi che filtrare il miele ed evitarne la cristallizzazione ponendolo alla giusta temperatura.
Da qui al versarlo nei barattoli il passo è breve.
Perché il nostro quadro su come viene prodotto il miele possa dirsi esaustivo è fondamentale aggiungere che l’estrazione del miele non danneggia le api, almeno nella misura in cui l’apicoltore ha l’accortezza di lasciarne nell’alveare un quantitativo tale da garantire alle stesse api il sostentamento.
Api che a loro volta sono il sostentamento dell’apicoltore: pare che in media un alveare produca 15 kg di miele all’anno.
Numeri non esorbitanti: il guadagno di un apicoltore non può dirsi di certo elevato.
A guadagnarne è però l’ambiente: l’apicoltura è tra i tipi di allevamento che rispettano di più la natura.
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