In agraria con il termine sementi si indicano generalmente i semi con i quali si procede alla semina, e sotto la stessa denominazione si trovano anche particolari frutti secchi come gli acheni della canapa o le cariossidi – ovvero i frutti a un solo seme, indeiscenti, che a maturità non si aprono – dei cereali, e altri organi ancora, destinati comunque alla riproduzione, come i bulbi di zafferano o i tuberi di patata.
In buona parte dei casi le sementi vengono prodotte utilizzando prodotti chimici, siano essi antiparassitari, erbicidi, fertilizzanti e simili; non così però nella produzione di sementi biologiche.
Diversamente da quanto accade nell’agricoltura convenzionale, nell’agricoltura biologica la produzione di sementi viene effettuata senza l’utilizzo di prodotti chimici; e non c’è traccia di agenti chimici nemmeno per quel che riguarda il processo di conservazione: nell’agricoltura biologica le sementi vengono lavorate con prodotti biologici certificati.
Se un’azienda agricola biologica desidera immettere nel mercato prodotti 100% bio, deve necessariamente utilizzare sementi biologiche; e se una precisa varietà di sementi non fosse disponibile nel mondo del biologico, l’azienda potrebbe chiedere al SIAN, Sistema Informativo Agricolo Nazionale, una deroga per la produzione della varietà di sementi che ha intenzione di ottenere, nel pieno rispetto delle normative riguardanti la produzione e l’utilizzo delle sementi biologiche.
Nel dettaglio, è particolarmente interessante il processo che sta alla base della produzione di una nuova eventuale varietà di sementi biologiche.
Processo che non può prescindere da un esame approfondito dell’interazione tra le piante e l’ambiente: la resistenza delle piante alle malattie e agli insetti, la forza che dimostrano nel sopraffare le piante infestanti, il loro sistema di radici e la capacità produttiva sono parametri fondamentali nella scelta della produzione di una nuova varietà di sementi biologiche.
Scelta quindi una precisa varietà, dopo averla inserita in un programma di produzione si passa al test in differenti tipi di terreno e in differenti condizioni climatiche. Se il seme supera le prove cui è stato sottoposto, perché se ne salvaguardi la sanità e diventi quindi pienamente efficiente deve essere trattato.
Tra le tecniche di trattamento delle sementi biologiche esistono metodi naturali: spesso i germi patogeni che potrebbero infettare il seme vengono eliminati con acqua calda. Altri metodi prevedono invece una sorta di rivestimento per il seme, per esempio con pellicole biologiche realizzate in laboratorio.
Da qui all’immissione nel mercato il passo non è poi così lungo.