La natura è quanto di più prezioso il pianeta Terra offra al genere umano, perché oltre a dispensare veri e propri spettacoli di bellezza con tutte le combinazioni dei suoi elementi, fornisce l’occorrente per il sostentamento. La natura, che è vita, dona altra vita.
La salvaguardia dell’ambiente è quindi ciò cui tutti dobbiamo mirare, anche e soprattutto per le generazioni che verranno.
Un tempo, ancor prima dell’agricoltura e dell’allevamento, l’uomo si nutriva dei prodotti della natura; imparando a conoscerla, ha poi cercato di trarne vantaggio, con piantagioni e cura degli animali.
Di certo, la natura non lesina sui suoi frutti; e tra questi, le erbe selvatiche commestibili.
In un qualsiasi campo incolto, in particolar modo nel periodo della massima fioritura, quindi tra la primavera e l’estate, trovare delle erbe selvatiche commestibili non è un’impresa proibitiva; se mai, non bisogna approcciarsi al raccolto con superficialità: è necessario sapere con che tipo di pianta si ha a che fare volta per volta; il riconoscimento botanico è infatti un passaggio obbligato, pena il rischio di imbattersi in erbe selvatiche velenose.
Ma per scongiurare ogni pericolo, basta adottare dei piccoli accorgimenti.
Prima di darsi al raccolto delle erbe selvatiche commestibili conviene sempre mettere nello zaino qualche libro che faciliti il riconoscimento botanico, con tutte le immagini di erbe selvatiche di cui dispone. E come al solito anche internet è pronto a darci una mano: digitando sul motore di ricerca “erbe selvatiche commestibili pdf” si può scaricare facilmente qualche file che saprà come soddisfare le nostre aspettative. Se invece dovesse persistere qualche dubbio sull’effettiva natura dell’erba che si desidera raccogliere, si può scattarle una foto, oppure cogliere direttamente l’erba, portarla a casa ed esaminarla con attenzione. E proprio a casa, si potrebbe pensare all’allestimento di un piccolo orto… le erbe selvatiche in cucina sanno come deliziare il nostro palato, e diciamolo, riuscire a riconoscere e a portare in tavola le erbe selvatiche da mangiare rende orgogliosi del proprio operato e felici per i piatti da preparare.
Ecco quindi un breve elenco – con tanto di nome latino – delle più comuni erbe selvatiche commestibili: l’acetosa (Rumex acetosa); gli agretti (Salsola soda); l’amaranto (Amaranthus caudatus, Amaranthus cruentus e Amaranthus hypochondriacus); la bardana (Arctium lappa); la borragine (Borago officinalis); la carota selvatica (Daucus carota); la cicoria vera (Cichorium intybus); il dente di leone o tarassaco (Taraxacum officinale); la malva (Malva sylvestris); l’ortica (Urtica dioica); la piantaggine (Plantago, dalle numerose specie), la portulaca (Portulaca amilis) e la salicornia (Salicornia europaea).
Il nome latino di ognuna delle erbe selvatiche commestibili in elenco ne facilita il riconoscimento botanico, che, è importante ripeterlo, preserva dal rischio di imbattersi in erbe selvatiche velenose, con tutto quello che ciò purtroppo comporta.
Quindi, consigliandovi di fare sempre attenzione, noi di NaturaSì auguriamo a tutti voi un buon raccolto!