La filiera corta

La filiera è quel processo che, con vari passaggi intermedi, fa sì che un determinato prodotto finisca dalle mani del produttore a quelle del consumatore. Nel mezzo ci sono però dei costi da affrontare, e non solo dal punto di vista economico: la produzione, la trasformazione, la distribuzione e la commercializzazione dei prodotti hanno anche un impatto sociale e ambientale.

Più nel dettaglio, quella agroalimentare può essere una filiera lunga o una filiera corta.

Nella filiera lunga, se da una parte aumentano i costi per il consumatore, dall’altra diminuisce il guadagno per il produttore: un qualsiasi piatto, prima di finire sulla nostra tavola, è stato prodotto, ovvero coltivato e raccolto, successivamente trasformato e imballato per essere trasportato in un negozio o in un ristorante, e infine preparato, nella propria cucina o in quella del locale che si è scelto per una particolare occasione. A un iter lungo corrisponde inevitabilmente una certa spesa.

Che però si può abbattere, riducendo proprio la lunghezza della filiera.

Volendo dare una definizione di filiera corta, diremmo che si tratta di una filiera produttiva che conta al suo interno pochi passaggi e poche intermediazioni commerciali. Nella filiera corta, infatti, la distanza tra produttore e consumatore viene praticamente annullata, azzerata: non a caso i prodotti della filiera corta vengono anche definiti a km zero. I costi dei trasporti spariscono, e con essi le emissioni inquinanti: capita spesso che il consumatore si rivolga direttamente al produttore, che lo raggiunga in azienda e che si confronti con lui vis a vis, rendendosi conto, tra le altre cose, della genuinità e della freschezza dei prodotti che deciderà di portarsi a casa.

È evidente come l’instaurarsi nella filiera corta agroalimentare di una relazione diretta tra produttore e consumatore abbia degli indubbi vantaggi, anche in termini di economia locale: oltre alla vendita in azienda, esistono altre forme di commercio equo e solidale, come l’organizzarsi degli agricoltori in una collettività di negozi, l’allestimento di mercati, la creazione di gruppi di acquisto solidale (GAS) e di Community Supported Agriculture (CSA). Il tutto, e non potrebbe essere altrimenti, nel pieno rispetto per l’ambiente.

Non è quindi difficile affermare come la filiera corta spalanchi uno scenario culturale che andrebbe tenuto sempre più in considerazione: la filiera corta è trasmissione di valori, nella misura in cui produttori e consumatori contribuiscono insieme al concretarsi di un’economia solidale e sostenibile, e alla conservazione del patrimonio della biodiversità, anche all’interno della pur circoscritta propria area geografica di competenza.

Scenario che NaturaSì conosce bene e ha fatto suo.

Venite a trovarci nei nostri negozi NaturaSì… Avremo il piacere di illuminarvi su ogni aspetto riguardante la filiera corta.

Vi aspettiamo.